La lista dei vini delle Marche si arricchisce di due nuove creature.

22/05/2017 AIS Marche Notizie

La lista dei vini delle Marche si arricchisce di due nuove creature.


15 maggio 2017. Ore 17:30. Le grotte del convento di Santa Caterina in Cupramontana già ospitante un interessante museo dell’etichetta. La Famiglia Bonci, capitanata da Peppe e dalle figlie Valentina e Fabiana, ha presentato a un centinaio di ospiti le loro nuove creature: Caterina e Michelangelo, entrambi “metodo classico” prodotti da uve verdicchio della vendemmia 2010 e, dopo la spumantizzazione, sboccate nel 2016.
Caterina è un millesimato pas dosé. La vigna che produce le uve per questo spumante si trova a 500 metri di altitudine e provengono da un unico clone già testato e di comprovata qualità in contrada Pietrone. La lavorazione del vino base è svolta totalmente in acciaio per cercare di mantenere inalterati i caratteri del verdicchio. Il “liquore di tiraggio” ha un tenore di zuccheri contenuto per avere una limitata sovrappressione. Lo spumante matura sessanta mesi sulla lisi dei lieviti. Dopo la sboccatura non si aggiunge dosaggio.
Michelangelo è un millesimato brut. Le uve provengono da una vigna sperimentale dell’ASSAM, dove sono allevate 199 cloni diversi di verdicchio ed è posta a 350 metri sul livello del mare. Dopo la raccolta e la soffice pressatura, il mosto fermenta in acciaio. In seguito il vino affina in botti di rovere di secondo e terzo passaggio. Il “liquore di tiraggio” ha un tenore di zuccheri contenuto per avere una limitata sovrappressione. Lo spumante si eleva per sessanta mesi sulla lisi dei lieviti. Dopo la sboccatura, lo spumante è arricchito di uno sciroppo composta da circa 3 grammi di zucchero sciolto in una piccola quantità di Barrè del 1999, un verdicchio affinato in barrique.
Questi i due nuovi spumanti di Casa Bonci. Potrebbero sembrare simili: tutte e due spumanti, stessa crescita sui lieviti, uva verdicchio, zona Cupramontana ... e invece … le differenze sono sostanziali.
Caterina si presenta con un brillante giallo paglierino illuminato da milioni di bollicine. Il naso affascina al primo impatto, le note fresche di erbe aromatiche – finocchietto e anice – avvolgono un frutto ancora acerbo di pomacee e agrumi. Le fragranze dei lieviti sono tenue e eleganti, arricchiscono la complessità con note ci crema chantilly. Al gusto la freschezza inebria tutte le papille con una spigolosità di grande piacevolezza che richiama e ricorda l’agrumato e il finocchietto percepito in via diretta. Non mancano certo le note caratteriali del verdicchio con la permanenza di lievi note ammandorlate, della potente struttura dell’uva che tipicizza e rende veramente piacevole questo spumante. Spumante elegante, gentile, affascinante come potrebbe essere una gioviale Caterina.
Michelangelo ravviva il calice con un giallo paglierino carico di riflessi oro, reso brillante dalla marea di bollicine che salgono copiose a liberare molecole odorigene piene di fascino. L’evoluzione in legno e il vino vecchio aggiunto hanno regalato un complesso aromatico di mutazione con note fruttate mature a ricordare la polpa delle arance, le nocciole e le mandorle tostate. Netti anche i riconoscimenti di crosta di pane e burro, il gelsomino e l’acacia, la vaniglia e le tostature. La diversità tra i due campioni è riconoscibile anche al palato. Michelangelo è morbido e avvolgente, equilibrato nella fresca sapidità che rende la bevuta scorrevole e snella. Il vino vecchio regala rotondità e un corpo importante. La grandiosità del verdicchio, anche se da diversi cloni, elaborato in modo particolare, si percepisce nell’importante struttura, nelle note di mandorla che permangono in bocca regalandoci un lungo finale. Spumante robusto, signorile, ammaliante come potrebbe essere un gioviale Michelangelo.
Saluti e salute a tutti con due flûte di Verdicchio Spumante.


Stefano Isidori



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